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in questi giorni sono in alto adige, dove alcune pecore sono di lana davvero!

la pecora di lana

come ogni anno anche quell’anno le pecore si trovarono a raduno nello stesso posto.

e siccome le pecore sono animali poco inclini alle novità, come ogni anno si radunarono anche lo stesso giorno alla stessa ora.

e di nuovo come ogni anno allo stesso posto, lo stesso giorno alla stessa ora, le pecore trascorsero una splendida giornata raccontandosi le stesse storie di ogni anno, ridendo alle stesse battute e ricordando le stesse avventure. che poi... quale avventura potrà mai aver avuto una pecora non lo so proprio.

e ancora come ogni anno dopo cena la pecora più anziana chiese l’attenzione di tutte le compagne e si apprestò ad assegnare l’ambito premio di pecora più pecora dell’anno.

anzi no.

non fece in tempo a dire beh, che una pecora giovanissima, probabilmente al suo primo raduno, si alzò in piedi sul tavolo ed esclamò:

«beeeh, la pecora dell’anno potrei essere io, che sono una pecora di lana.»

ecco, bastarono quelle poche, innocenti parole, a creare un trambusto mai visto, infondendo in tutte le pecore una certa agitazione.

«beeh – borbottò una pecora sarda – da che mondo è mondo tutte le pecore sono di lana. non crederai mica di essere l’unica!»

«beh – soggiunse una pecora pachistana – io sono addirittura di cachemire. e scusa se è poco!»

«beeeh, io sono di lana merinos.» continuò una pecora anzianotta.

tutte avevano qualcosa da ridire: le pecore irlandesi, quelle neozelandesi fino a quelle della lontana patagonia.

ma la nostra giovane pecorella non si perse per nulla d’animo. lasciò che ognuno dicesse la sua, che era una pecora educata e non voleva certo interrompere, ma alla fine ribadì:

«beh, lo so che siete anche voi tutte di lana, ma nessuna tra voi è di lana come me, che sono l’unica di lana oltre ad essere di lana come voi.»

chiaro no?!

insomma, mica tanto. tant’è vero che ci fu un borbottio generale.

«beh – ridacchiò una – io cosa sono? di lana o di legno?»

«beeeh, di cotone!» esclamò un’altra. e poi di nuovo tutte:

«beeh, io sono di cartapesta!»

«beeeh, io di pasta per la pizza.»

«beh, io sono di oro zecchino!»

«beeeh, io di porcellana.»

e via così fino all’ultima, dopo di che ci fu una grossa risata.

ma di nuovo la pecorella impertinente, sorridendo, lasciò dire.

«beeeh, sarete anche tutte di lana, ma non capite mica molto...»

«beeh – continuò – allora vi dirò che non solo io sono di lana, ma al mio paese tutti gli abitanti sono di lana; le case, la chiesa, le strade sono di lana. tutto lì è di lana: sta scritto negli archivi del municipio.»

«beeeh, e anche il municipio – concluse – è ovviamente di lana!»

le pecore, incredule e sbigottite, dopo un fitto conciliabolo conclusero che non era il caso di controbattere. quella era evidentemente una pecora nera, che in ogni gregge ce n’è una, quindi si decise di non badarle e procedere con la cerimonia.

alla fine la pecora più pecora dell’anno fu una non so chi e la pecora di lana se ne tornò a casa senza alcun premio.

siccome però era una pecora gentile e non portava mai rancore, appena arrivata spedì a tutte le compagne una bella cartolina con su scritto in elegante corsivo

saluti da... lana!

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