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questo racconto è tratto dal libro canzoni sotto il banco

ognuno è al centro di qualcosa

il centro

se ne andava viaggiando chissà dove con la bisnonna al seguito quando, nonostante gli atlanti e i navigatori di bordo, si accorse in fretta che non aveva la più pallida idea di dove fosse finito.

fermò l’auto davanti a una bottega ed entrò per chiedere informazioni.

«scusi – disse, con un chiaro accento foresto, che è uguale ovunque si vada e da ovunque si arrivi – dov’è il centro?»

neanche avesse chiesto chissà cosa... il tipo fece un sorriso da qua a là e disse:

«per di qua!» indicando prima a destra con la mano sinistra e poi a sinistra con la destra, e se avesse avuto altri polpastrelli a disposizione sono certo che avrebbe indicato anche sopra e sotto e davanti e dietro.

visto il disappunto, invitò il viaggiatore ad accedere al suo studiolo per offrirgli un bicchierino d’acquavite, poi cominciò a svelargli il suo mondo, mostrandogli carte, mappe, diagrammi, istogrammi, grafici, calcoli e modelli matematici, che aveva sparsi in ogni dove.

a lui sarebbe bastata anche solo una cartina stradale, però...

puntando con il dito la luna lassù, che ben si stagliava nel cielo proprio in mezzo alla finestra, cominciò a parlare:

«il centro della luna – affermò con tono ispirato – è al centro della luna stessa, ma se è il centro dell’orbita lunare che cerchi, quello è qui, sulla terra»

«a me basterebbe il semplice centro...» provò a interromperlo, ma quello lo zittì con lo sguardo e proseguì:

«il centro della terra è sotto i tuoi piedi, ma anche la terra fa un giro-giro-tondo e il centro della sua rivoluzione non è la luna, bensì il sole... più o meno, perché l’orbita terrestre non è un cerchio ma un ellisse e di centri ne ha un paio. tu quale centro intendi?»

non è che ci stesse capendo molto, ma provò a chiarire le sue esigenze.

«il centr...»

«devi sapere poi – lo interruppe all’istante – che ogni pianeta ha il suo bel centro o, per essere precisi, i suoi centri, e così anche le varie lune dei vari pianeti.»

senza quasi prendere fiato continuò: «le comete, per esempio...»

fu in quell’istante che, con un mal di testa che cominciava a orbitargli intorno al cranio, abbracciò affettuosamente il tipo, a dir poco stralunato, per ringraziarlo della preziosa informazione e scappò dalla bottega, chiudendosi in fretta in macchina.

la bisnonna, che nel frattempo non si era mossa, visto il tempo che ci aveva impiegato, cominciò a brontolare. ma per poco.

«cosa credi – la rimproverò – di essere il centro del mondo?!?»

si rimisero in marcia in silenzio, continuando a non sapere dove fossero né dove stessero andando e alla sera le offrì una cenetta, per farsi perdonare il piccolo sgarbo, ma – sai com’è – aveva una testa così.

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