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questo racconto è tratto dal libro otto passi nel futuro

oggi è la giornata mondiale della terra e io la trascorro insieme a martino e zioguido

lavati i denti

alzi la mano chi si lava i denti almeno una volta al giorno, meglio se due. e chi alza la mano anche se non è vero, solo perché si vergogna di non spazzolarsi il sorriso così spesso, prometta almeno di cominciare da adesso.

martino aveva già la mano alzata a metà della frase, perché non gli capitava spesso di dimenticarsi il dentifricio.

un po’ più spesso lasciava che l’acqua scorresse dal rubinetto, mentre spazzolava dall’alto verso il basso e viceversa, incisivi, canini, premolari, molari e pure la punta della lingua. poi la giornata poteva cominciare.

era una giornata particolare, quella di martino, perché finalmente era arrivato il suo turno di farsi una doccia.

ecco, pensare che un ragazzino si lavi volentieri ha proprio un che di fantascientifico, ma probabilmente nel 2054 sarà così davvero. per risparmiare acqua saranno talmente tanti i giorni in cui non ci si potrà lavare per bene, che quando alla fine capita il tuo momento vale la pena godersela del tutto. con tanto di paperette!

«con tutta l’acqua che c’è là fuori – brontolò martino – che manchi l’acqua pare quasi una presa in giro... c’è tutta l’acqua dei fiumi e dei laghi, del mare e degli oceani; c’è quella delle nuvole finché piove; ce n’è persino nel nostro corpo, nelle piante e negli animali. c’è acqua dappertutto, eppure di acqua non ce n’è...»

«non è l’acqua che manca, martino, – gli sorrise zioguido – ma mica puoi bere l’acqua del mare... altrimenti saresti un pesce... un pesce rosso! come sono rossi i tuoi capelli.»

«e come è rosso marte! – esclamò martino – ma su marte di acqua non ce n’è per nulla, non è vero? o forse sì?!»

«l’acqua salata – continuò zioguido, restando con i piedi per terra – è nientemeno che il 97%...» hai letto bene: novantasette!

«novantasette?! ma il 97% è tantissimo!» esclamò martino, cercando di contare con le dita. in matematica se l’è sempre cavata abbastanza bene, ma in questo caso non aveva nemmeno bisogno della calcolatrice per farsi un’idea di quanto fosse quel novantasette percento, che è tantissimo davvero, anche quando lo si scrive in lettere.

«vista alla rovescia – borbottò zioguido, per essere chiaro del tutto – vuol dire che solo il 3% dell’acqua è dolce...»

«tre?! ma il 3% è pochissimo! – esclamò di nuovo martino, contando questa volta con pollice, indice e medio, che per contare fino al tre non serve certo andare a scuola... – pare quasi ancor meno di quanto non sia tanto il 97! aiuto!»

a martino cominciarono a frullare mille pensieri tra i capelli rossi, come quello che se il novantasette percento dell’acqua del suo corpo fosse inutilizzabile, probabilmente il suo sorriso non sarebbe altrettanto splendente e pure la menta e la salvia potrebbero fare molto poco per risolvere il problema. non era comunque una scusa sufficiente per non lavarsi i denti.

«ma c’è di peggio: – riprese zioguido – quel tre percento di acqua dolce mica è tutta potabile... e anche se lo fosse certo non la possiamo usare tutta.»

«molta se ne sta al fresco nei ghiacciai, soprattutto al polo nord e al polo sud – continuò – oppure sottoterra. solo un decimo di quella, quindi lo zero virgola tre percento (0,3!) deve bastare per tutto.»

inutile dire che il sorriso di martino se ne era fuggito da un po’. certo, avrebbe potuto chiedere allo zio di cambiare discorso, o semplicemente poteva smettere di ascoltare e rivolgere il pensiero a tutt’altro, ma non è che le cose sarebbero cambiate molto, se le si ignorava e basta, e prima o poi...

«e se ho sete? – borbottò martino – se devo lavare i calzini? se mi serve l’acqua per la pasta? e quella per i fiori o per lavare la macchina?»

«e i campi da irrigare? – continuò zioguido – lo sai che anche il pane secco è fatto con il grano che abbiamo innaffiato a volontà? poi ci sono le fabbriche e i macchinari da far funzionare, acqua di qua, acqua di là, acqua dappertutto...»

«vorrai dire acqua da nessuna parte...!» concluse martino, cui quasi scappava pure una lacrimuccia, fatta di acqua anche lei.

«potremmo aspettare che piova!» sorrise zioguido, che però sapeva benissimo che non dappertutto piove in autunno e in primavera.

«potremmo togliere il sale dall’acqua...» propose martino, senza rendersi conto di aver avuto un’idea geniale, tanto che già da un po’ gli scienziati cercano il modo di farlo al meglio.

alla fine di tutto, con la gola secca, ma senza troppa voglia di bere, martino prese il suo quaderno delle idee brillanti, lo aprì e, in cima alla pagina, scrisse in puntiglioso corsivo: devo ricordarmi di chiudere il rubinetto mentre mi lavo i denti.

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