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c'è un telefono che suona?!

drin

in un tempo neanche troppo lontano, diciamo meno di cento anni fa, ma anche più di dieci… facciamo cinquanta, che di tanto non si sbaglia, i telefoni facevano drin, anzi, drin drin, e se nessuno rispondeva drin drin driiiiin, tranne quando era occupato ed allora facevano tu tu tu.

tutti i telefoni: quelli sulla scrivania e quelli sul comò; quelli neri e quelli bianchi o, meglio ancora, rossi; quelli dentro casa e quelli pubblici, dietro l’angolo. in qualsiasi parte del mondo, anche alla periferia di pechino, facevano tutti drin driiiiin.

lo insegnavano anche a scuola: il gatto fa miao, il cane fa bau e il telefono drin. prima di allora, cioè prima che qualcuno che aveva tanta voglia di chiacchierare li inventasse, i telefoni non facevano proprio niente, perché non esistevano.

era una pacchia per lo zio gianni, che scriveva sempre le favole e le storielle che gli venivano in mente mentre parlava al telefono: drin era drin anche quando lo si scriveva.

immaginati lo stupore dello zio gianni quando sentì per la prima volta un telefono fare pereppeppé. ci rimase così male che dovette sedersi per riprender fiato.

poi, però, uno dopo l’altro i telefoni impazzirono tutti quanti: chi faceva bzzzzz, chi din don, chi bip bip oppure gong o piripì. e nessuno più che facesse drin. anzi, se qualche telefono, per sbaglio, diceva davvero drin o addirittura drin driiiiin, la gente non ci badava e pensava:

«con quel suono non sarà certamente un telefono.»

lo zio gianni, per ripicca, smise del tutto di chiacchierare al telefono, ma non smise certo di scrivere le sue divertenti storielle, e ancor oggi, quando me le legge, se c’è un telefono fa drin, anzi drin drin, e se mi distraggo un po’ fa addirittura drin drin driiiiin!

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