
anzi no
questa storia è dedicata a chi cambia spesso idea. anzi no...
questo racconto è tratto dal libro gli streghi

questo racconto è tratto dal libro manuale avventuroso per giovani terrestri
… intanto è uscito il libro manuale avventuroso per giovani terrestri. questo è uno dei sette racconti che contiene, con sette attività
un pesce in una scarpa
nonno antonio non aspettava altro che trascorrere mezza giornata con il nipotino, o due mezze giornate, per esagerare! ma anche un’ora e un quarto andava bene, o cinque minuti. e il piccolo massimo, ogni volta che poteva, chiudeva i compiti dentro il quaderno e correva dal nonno.
io non li ho mai conosciuti, i miei nonni, e invidio un po’ tutti quei bambini che invece possono farsi abbracciare da loro e tirargli il naso a patata. perché i nonni hanno il naso a patata, non è vero? e tutti i nonni non vedono l’ora di trascorrere del tempo con il nipotino, fossero anche solo cinque minuti, non è vero? e tutti i nonni se ne vanno in barca per le calli di venezia o poi nella laguna, fino al lido e alle spiagge sabbiose, non è vero?
come sarebbe, non è vero?!
davvero non è vero?!
beh il nonno di massimo sì, sono certo di tutto, a parte del naso a patata, ma mi piace pensare che ce l’avesse davvero. glielo avrei tirato volentieri anch’io!
guardare venezia dal mare è una cosa unica; farlo da una barchetta ancor meglio, se poi a remare è il nonno è pure poco faticoso. allora il piccolo massimo portava con sé una canna da pesca fatta in casa – ovviamente con nonno antonio... – con un lungo filo attaccato alla cima e un amo annodato al capo opposto.
«questa sera grigliata!» e il nonno sorrideva.
sarà anche bello vedere venezia dal mare, ma quando il filo si tende è meglio smettere di guardarsi in giro, tenere forte la canna da pesca e dare uno strattone al pesce che ha appena abboccato.
«un pesce, un pesce!» strillava il piccolo massimo. e il nonno sorrideva.
«sarà un tonno gigantesco?!»
«sarà una triglia?!»
«sarà una spigola?!»
invece, a tirare il filo quasi del tutto, eccoti spuntare uno splendido esemplare di pesce ciabatta, modello infradito, un po’ giallo e un po’ rosso, taglia quarantadue. bello, bello finché vuoi, ma poco adatto alla grigliata.
«un pesce, un pesce!» strillava di nuovo. e il nonno sorrideva.
questa volta eccoti un pesce flacone, di plastica azzurra, come è azzurro il mare, anche lui purtroppo indigesto per cena.
alla fine del giro, sulla barca, oltre a massimo, a nonno antonio e ai remi, c’era un pesce forchetta, un pesce berretto, un pesce bretella, che parevano due anguille intrecciate. e poi un pesce lanterna, un pesce pennello, un pesce caffettiera, un pesce racchetta da ping pong e un rarissimo pesce mutanda. lo hai mai visto, tu, un pesce mutanda?!
per cena un ottimo piatto di spaghetti al pomodoro e la grigliata l’avrebbero fatta un’altra volta.
ogni tanto il piccolo massimo prendeva un bel foglio di carta e con i pastelli colorati disegnava un tonno, una triglia o una spigola, che almeno lì erano una spigola, una triglia e un tonno davvero.
«bello! – esclamò nonno antonio – perché non fai una bella opera d’arte con tutti quei pesci non so cosa che peschiamo ogni volta? se non vanno bene per la griglia, magari tornano utili per un dipinto o una scultura.»
fu così che il piccolo massimo cominciò a utilizzare le cose raccolte nei canali o sulla spiaggia, che certo pesci non lo erano mai stati e ciò per cui erano stati creati non lo erano più. allora il flacone diventava un sottomarino e i tappi a corona, incollati uno accanto all’altro, erano gli oblò; il boccaglio di un sub era il periscopio e la girandola di un bambino era l’elica del motore.
«bello!» esclamò nonno antonio.
ogni tanto – va detto – la canna da pesca di massimo acchiappava un’acciuga o persino un’orata e quelle volte la griglia si accendeva davvero. son sempre ottimi i pesci pescati da sé, non è vero?! finita la cena il piccolo massimo si rimetteva all’opera come gli artisti più celebri, pescando questa volta nei canali dell’immaginazione, sempre pieni di idee. allora uno scarpone diventava un rimorchiatore o la locomotiva di un treno, con una lattina a far da ciminiera ciuff ciuff.
«bello! – esclamò nonno antonio – da grande farai l’artista.»
«oppure il pescatore!» rispose massimo. entrambi sorrisero, guardandosi negli occhi. entrambi sapevano che, tutto sommato, non c’era tanta differenza.