top of page
racconto 241123.jpg

questo racconto è tratto dal libro il mondo in una storia

era il 24 di novembre del 1859, quando il signor charles darwin pubblicò in 1250 copie la prima edizione dell’origine della specie...

evoluzione e rivoluzione

dopo la vittoria su napoleone – quella navale di trafalgar – la flotta inglese fu padrona quasi incontrastata dei mari. un bel vantaggio, visto che i due terzi del pianeta terra sono coperti dalle acque degli oceani... c’era l’opportunità di scoprire nuove terre lontane, lontanissime e inesplorate; di incontrare nuovi popoli, ma anche di svolgere ricerche di carattere scientifico e naturalistico.

tra galeoni e maestosi vascelli, un veliero più piccolo, maneggevole e veloce, con due alberi e le vele quadre, si ritagliò la sua parte di fama, compiendo il giro del globo proprio alla ricerca di qualche esotica novità. era il brigantino beagle e tra gli ufficiali dell’equipaggio c’era il luogotenente robert fitzroy, che durante il viaggio venne promosso a comandante e per il secondo giro lo fu sin dal primo giorno.

fu lui a richiedere la presenza a bordo di un naturalista, certamente poco abile con i nodi rispetto a qualsiasi marinaio, tuttavia ben più esperto in botanica, geologia, zoologia, entomologia e quelle cose lì.

per questo insolito ruolo fu scelto il giovane charles darwin, che da poco aveva terminato gli studi universitari.

militare, aristocratico, rigoroso, il capitano fitzroy era al timone di una missione, il cui compito era quello di verificare e correggere le carte geografiche e navali, aggiornandole con le nuove terre scoperte e lui, puntiglioso e preciso, era davvero la persona adatta. la conformazione del globo terracqueo, poi, gli dava modo di studiare anche le correnti e di sviluppare teorie che potessero prevedere le tempeste, muovendo i primi passi in una nuova materia – la meteorologia – che era davvero la sua grande passione. puntuale, il capitano fitzroy scriveva ogni cosa ogni giorno sulle pagine del diario di bordo.

ed era religioso, il comandante, molto religioso, al punto da non prevedere altra verità che quella scritta sulla bibbia, che ovviamente aveva portato con sé a bordo, e in cuor suo il vero scopo dell’intera missione era quello di trovare le prove delle sacre scritture.

avere un naturalista a bordo poteva inoltre tornare utile, per trascorrere il tempo al largo negli oceani, tra una terra e l’altra, quando le giornate appaiono interminabili, la solitudine ti rattrista e quattro chiacchiere intellettuali rinfrancano lo spirito.

lungo il suo viaggio, il brigantino beagle toccò le isole di capo verde, attraversò lo stretto di magellano, arrivò alle isole galápagos nell’oceano pacifico e ad ogni tappa darwin sbarcava, sbirciava, scrutava, osservava, appuntava, scarabocchiava, scriveva, pensava... e dopo ogni tappa i suoi dialoghi in mezzo al mare con il capitano divergevano sempre più.

certo era difficile – e lo è ancora – mettere d’accordo chi comincia a immaginare che ognuno è l’evoluzione di qualcosa, con chi crede fermamente che l’uomo venne creato così com’è. tanto più che anche darwin, giorno dopo giorno, scriveva il suo diario, dove annotava con puntiglio tutte le cose che la curiosità lo aveva portato a notare.

come le pagine, una sull’altra, formano un libro, così i pensieri, uno dopo l’altro, formano una teoria, che al termine del viaggio, dopo cinque lunghi e intensi anni, portò a una nuova rivoluzione copernicana.

e che la teoria dell’evoluzione sia stata una rivoluzione è un gioco di parole intrigante e quasi necessario, perché lo scandalo causato dalla pubblicazione dell’origine delle specie fu enorme, mentre gli scritti di fitzroy rimasero un semplice diario di bordo.

passare dall’idea della creazione a quella di evoluzione fu effettivamente un salto molto ardito, ma è proprio l’ardimento e il coraggio – nelle azioni e nelle idee – la materia di cui è composta la storia. darwin non meno di napoleone segnò in modo indelebile l’inizio di un nuovo capitolo.

bottom of page