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questo racconto è tratto dal libro guarda che luna

pare sia oggi la festa della musica, con la luna lassù

fischiettando al chiaro di luna

la giovane elisa di tutta la città era la più bella. ma anche dei dintorni e chissà fino dove, se si considera che giovani bramosi venivano per lei anche da molto lontano.

un tal debussy scritturò un’intera orchestra sinfonica, che posizionò in ordine armonico intorno alla casa di lei. gli archi con gli archi, gli ottoni con gli ottoni, i fagotti accanto ai controfagotti e via così, senza dimenticare il triangolo lassù.

a corredo del tutto una bella luna in ciel, che non guasta mai.

la sonata riempì l’aria di una musica intensa e non tardò, l’elisa, a socchiudere le imposte per affacciarsi almeno un po’.

«vogliate cortesemente trasferire la vostra banda in altro loco – sussurrò con un filo di voce – che qui si cerca di dormire.»

più chiaro di così?!

ci provò quindi un tal chopin, ai tasti di un pianoforte gran coda superlusso lucidato per l’occasione, con una rosa accanto allo spartito tanto rossa da non lasciar adito a dubbi. e anche per lui la luna in ciel.

l’elisa, sempre gentile e carina a qualsiasi ora del giorno e della notte, socchiuse nuovamente le persiane e, timidamente, parlò:

«c’è il caso – disse – che voi parcheggiate l’organetto in altra zona, lasciando che il nostro sonno continui ininterrotto?!»

la rosa appassì all’istante e così il sorriso di chopin.

passò una sera il ludovico, che dell’elisa fino ad allora se s’era fatto un baffo. forse ispirato dalla luna in ciel fischiettava non so cosa, camminando a passo svelto accanto alla casa di lei. quella, all’udire una tale melodia, spalancò le finestre con foga mai vista. infilò qualcosa sopra la vestaglia e corse giù, appena in tempo per afferrare ludovico per la collottola, avvinghiarcisi e questo e quello.

lui non è che ci stesse capendo gran che, ma lo slancio della bella era tale che non se la sentì di interrompere e lasciò fare.

dei due non si seppe molto, nei giorni a seguire, ma pare che da quel dì i giovanotti di mezzo mondo cominciarono a fischiettare quella intrigante sonata. tutti tranne debussy e chopin, si intende, che continuarono con l’orchestra sinfonica e il pianoforte gran coda e se proprio con l’elisa andò buca, pare che con altre belle anche loro brindarono alla luna.

© andrea valente
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