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ventimila leghe sopra i cieli

lapis edizioni | 144 pagine | euro 9,50
prima edizione aprile 2019
isbn 9788878746817
per ragazzi di 8/11 anni

sedici tra storie e filastrocche, tra la terra e le stelle, sulla luna e dintorni, in rima baciata oppure no. per gli amanti della fantasia, per gli amici della fantascienza, per chi ha un marziano sotto il letto, o anche per chi ha semplicemente voglia di leggere un po'.
un piccolo passo per l'umanità, ma un bel libro per tutti noi.

la costellazione della caffettiera

< il giovane babilonio era un ragazzo vispo e arzillo, attento e attivo, curioso e incuriosito da ogni cosa. che se ne stesse lungo le rive del tigri o dell’eufrate, che fosse mattina presto o sera tardi, che così o che cosà, i suoi pensieri si incrociavano veloci, come le trame e gli orditi di una tela. e di notte, anziché coricarsi tranquillo e lasciarsi cullare da un sogno, saliva sul tetto a guardare il cielo lassù, che si accendeva nel buio, mentre laggiù ogni altra cosa era spenta. del resto, chiunque abbia mai aperto un libro di storia lo sa che i babilonesi se​ ne stavano tutti con il naso all’insù, soprattutto di notte, con il cielo che si faceva nero nero, con la luna che sorgeva di qua e tramontava di là, con le stelle che si accendevano una dopo l’altra in un firmamento tale, che chi per distrazione non se ne stava come gli altri con il naso all’insù si perdeva uno spettacolo da mozzare il fiato.
babilonio era babilonese di nome e di fatto e non sarebbe stato certo lui a lasciarsi distrarre da qualsiasi altra cosa. invece sfruttava ogni sera le ultime luci del tramonto per non inciampare nei gradini e, una volta sul giardino pensile, si accomodava tra fiori di loto, palme e papiri.
il gioco preferito di tutti era unire con linee immaginarie una stella con l’altra e disegnare il cielo con forme fantastiche e fantasiose.
«vedo il grande carro!» esclamava qualcuno, credendo forse di stupire il mondo, ma allora come ora il grande carro era il più facile da individuare e l’esclamazione passava inosservata.
«vedo un toro!» esclamava qualcun altro e a babilonio scendeva un brivido lungo la schiena. lo vedeva anche lui, quel toro, e pur sapendo che era un toro fatto di stelle, preferiva non disturbarlo, che non si sa mai…
«vedo una lucertola!» e questa volta babilonio non ebbe paura di guardarla.
«vedo un capricorno!» e le corna lunghissime brillarono chiare nel buio,
come se le stelle che le tracciavano si accendessero ancora di più.
«vedo un pavone!»
«vedo una bilancia!»
«vedo due gemelli!»
ognuno vedeva qualcosa e il gioco era più divertente che mai anche per babilonio, che presto o tardi l’avrebbe vista lui, una costellazione, prima di tutti gli altri.
«vedo una caffettiera! – esclamò infatti d’un tratto, strillando di gioia, con il cuore che pareva scoppiargli nel petto – la vedo, la vedo!»
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